Come viene eseguita - Dr Annona

081 18634925
081 18634925
Vai ai contenuti

Come viene eseguita

Pagine > La visita ginecologica
Dott. Salvatore Annona
Specialista in Ginecologia e Ostetricia

Salvatore Annona - MioDottore.it
Dal ginecologo si va o per un problema o per prevenzione.
Nel primo caso c’e’ un motivo, piccolo o importante, che spinge la donna a chiedere il parere e l’aiuto dello specialista. Nel secondo caso, un po’ per paura, un po’ per le nozioni apprese da amiche, parenti, colleghe o dai media, decide di prendersi cura di se’ e accetta di fare dei controlli in pieno benessere per assicurarsi del suo stato di salute e per sottoporsi a controlli per la prevenzione e per la diagnosi precoce di malattie importanti.
La visita ginecologica appartiene a quel gruppo di visite che nessuno vorrebbe mai fare, come quella dal dentista, o per problemi anali e urologici. Si avverte infatti una sorta di violazione della propria intimita’ oltre alla paura pura e semplice di provare dolore. Roba che la puntura con cui si minacciano i bambini non e’ niente a confronto. Molte donne, alla vista della sedia ostetrica, dicono “questa sedia la odio!”. E si puo’ certamente capire, perche’ somiglia in effetti, ancor oggi, ad un banco di tortura medioevale. Cosi’ molte aziende di forniture sanitarie ne hanno realizzate alcune particolarmente abbellite e colorate, magari automatizzate, come la sedia del dentista. Ma e’ pur sempre un “imbroglio”. Hai voglia a colorarla, la sua funzione non cambia, anzi.


Cerchiamo allora di sfatare tutte queste paure, per ridimensionare i timori e per rendere piu’ accettabile, se non piacevole, la visita ginecologica.
Innanzitutto occorre capire che la sedia ostetrica e’ strutturata in modo che siano possibili al medico i classici tempi della visita e cioe’ l’ispezione, la palpazione, la percussione e l’auscultazione. Sono i tempi della semeiotica classica, uguali per ogni distretto del corpo umano. Certo l’auscultazione trova piu’ ampia applicazione nello studio del cuore e dei polmoni, che emettono dei suoni caratteristici, che non nello studio dei genitali. Ma ispezione e palpazione invece in ginecologia sono fondamentali. Occorre guardare con gli occhi e poi palpare cio’ che gli occhi non possono vedere, come gli organi interni e cioe’ utero e ovaie e eventuali tumefazioni che interessino la pelvi. La pelvi e’ quel distretto anatomico situato in basso, al di sotto dell’addome, dove risiedono vescica, organi genitali e la parte piu’ bassa del tubo digerente. Molte donne dicono “basso ventre” e indicano col palmo della mano l’area, a voler dare enfasi e protezione ad una zona delicata. La sedia ostetrica, o lettino ginecologico, e’ strutturata in modo da facilitare l’esposizione di questi distretti e renderli disponibili alla visita dello specialista. Per quanto brutto, questo lettino e’ necessario e, per sfatare un po’ la paura, basta pensare che la visita durera’ talvolta anche meno di un minuto o qualcosa in piu’ nel caso del paptest o di altre procedure. Non e’ del tutto vero che la visita sara’ dolorosa. Certo ci sono specialisti che sono un po’ piu’ maldestri di altri, ma una visita troppo superficiale e frettolosa puo’ anche equivalere ad una visita non eseguita o inutile. Quindi, qualche secondo di pazienza e il medico potra’ apprezzare meglio i segni che cerca. Riuscire a rilassarsi giovera’ a medico e paziente. Il primo apprezzera’ meglio tutti i segni possibili, mentre la paziente potra’ avvertire di meno il fastidio dell’esplorazione, e per di piu’ la visita durera’ di meno. Quando la paziente si contrae o si oppone, il medico sara’ costretto inizialmente ad un’esplorazione piu’ energica, fino a dover rinunciare se la paziente diventera’ particolarmente insofferente e agitata, tanto da non tollerare ulteriori manovre. Riporto qui una domanda in tema cui ho risposto sul sito www.gravidanzaonline.it di cui sono consulente:

Salve, sono una ragazza di 30, il mese prossimo mi sposo ed io e il mio ragazzo stiamo gia’ pensando ad avere un figlio. Per dirla tutta, ci stiamo gia’ provando, cosi’ per avere il quadro completo, sono andata dal ginecologo per una visita. Premetto che ho sempre fatto visite complete, ma solitamente ho fatto ecografie interne. Questa volta, il ginecologo che non conoscevo, ma al quale mi sono dovuta affidare perche’ ho cambiato citta’ e regione, mi ha fatto una visita con le dita, toccandomi le ovaie con le dita!bene, per dirla breve, e’ stata un'esperienza dolorosa e orribile. La mia domanda e’: con le nuove teconologie di ora, e’ ancora necessario questo tipo di visita? grazie
Risposta:Una visita ginecologica classica, con esame speculare e palpazione bimanuale della pelvi, e’ ancora oggi utile e nelle scuole di specializzazione ancora vige la regola del "prima la visita e poi gli esami strumentali". Tuttavia si deve ammettere che spesso l'ecografia transvaginale puo’ egregiamente sostituire la visita. "Spesso" pero’ non significa "sempre" e quindi, rinunciare alla visita significa rinunciare a riconoscere alcune patologie e stati utili per una diagnosi completa. In conclusione: visita ed eventuale integrazione con esami strumentali, non il contrario. Che si sia fatta male e che abbia giudicato l'esperienza orribile potrebbe non dipendere solo da quanto delicato o meno e’ stato il collega, ma anche dalla sua tensione, la paura, l'emozione, i dubbi sul nuovo ginecologo, l'aver cambiato citta’, possibili sue infiammazioni che potrebbero aumentare la sensibilita’ alla pressione e quant'altro. Dia una seconda possibilita’ al collega, dicendogli chiaramente se si fa male. Io stesso, quando la paziente e’ tranquilla e collaborante, riesco a visitare piu’ in profondita’ e meglio e mi astengo da ulteriori tentativi quando mi accorgo di scarsa tolleranza. Cordiali saluti.

Gran parte della paura di questa visita deriva dal non sapere in cosa consiste e nell’immaginare solo un’immensa sofferenza, oltre al senso di vergogna, il tutto peggiorato da racconti di esperienze come quella della ragazza di 30 anni della domanda.

Cerchiamo allora di illustrare come si svolge una visita in modo da eliminare almeno la paura di cio’ che non si conosce:

Il bravo ginecologo fara’ precedere la visita dall’anamnesi, cioe’ dalla raccolta dei dati che riguardano la vita della donna, con particolare riguardo ai segni propriamente a carico della sfera genitale. Domande tipiche sono l’eta’, eventuali malattie, interventi chirurgici, allergie, precedenti malattie, dei genitali e non, la storia ostetrica, cioe’ le mestruazioni, le gravidanze e il loro esito. Ma anche tutti i controlli ginecologici e strumentali gia’ effettuati, come radiografie, ecografie, e altro. Tutto questo e’ fondamentale perche’ aiutera’ lo specialista a orientare meglio le sue indagini e a valutare meglio i segni che potra’ rilevare. Per esempio la data dell’ultima mestruazione potra’ gia’ orientare per una possibile gravidanza o meno. Sanguinamenti anomali, al di fuori delle mestruazioni, o altre perdite e il loro collegamento con la data del ciclo, sono anch’essi oggetto di attenta valutazione. Noterete che il ginecologo vi guarda attentamente per valutare la vostra espressione, il grado di nutrizione, il pallore o meno, la presenza di tic o movimenti nervosi, ma anche il modo di parlare, di esprimersi e di riferire i sintomi avvertiti. Immancabilmente vi saranno aspetti che la paziente pone al primo piano e altri che tende a trascurare. Non sempre questa valutazione e’ corretta e quindi le domande saranno via via piu’ mirate, alla ricerca di ogni piccolo segno che possa aiutare nella diagnosi. Alcune malattie possono essere tipiche, ma altre possono essere particolarmente insidiose e difficili da “scoprire”. Per lo stesso motivo e’ bene che non nascondiate nulla al medico, anche quelli che possono sembrare particolari insignificanti. Lasciate che sia il medico a valutarne l’importanza. Non avvilitevi se vedete che il medico tende a minimizzare qualche segno che a voi sembra importante. Faccio un esempio: molte donne descrivono con eccezionale precisione il colore e le sfumature delle perdite mestruali, oppure il ritmo e la durata, specie se hanno avuto per anni mestruazioni ultraregolari. In questi casi l’angoscia e’ grande, mentre si tratta il piu’ delle volte di semplici aspetti disfunzionali del fenomeno dell’ovulazione, che in qualsiasi donna puo’ avere qualche incertezza, senza che questo nasconda necessariamente un fatto patologico. Io noto che quando tendo a minimizzare questo aspetto, la paziente mi guarda delusa, e magari mi ripete “ma dottore, non mi e’ mai capitato che la mestruazione mi durasse solo due giorni e poi era anche di colore diverso dal solito”. Al contrario qualche segno importante magari viene taciuto, come difficolta’ nella minzione, o dolori durante la defecazione. Il colloquio serve anche a creare un momento di feeling e di simpatia che possa far nascere una fiducia reciproca fra la paziente che chiede aiuto e il medico che intende farlo con professionalita’ e passione. Qualche battuta e qualche divagazione breve possono essere d’aiuto.

Talvolta questa prima fase della visita viene fatta ingaggiando un vero e proprio combattimento con chi accompagna la paziente, come la madre, una sorella o un’amica, che, nel tentativo di essere d’aiuto, finiscono con intralciare il colloquio fra medico e paziente. Capita cosi’ che l’accompagnatore assuma un atteggiamento di complicita’ con il medico quasi debba sconfiggere la paziente che tende a esagerare o minimizzare qualcosa. Oppure la complicita’ la stabilisce con la paziente contro il medico, visto come qualcuno che voglia male interpretare qualcosa che invece l’accompagnatore ha gia’ “perfettamente” intuito, tanto che quella visita e’ “forse inutile”. Sono due situazioni opposte ma capitano e non sono di aiuto. E’ difficile per il medico essere garbato e gentile e allo stesso tempo far capire chiaramente a queste persone che e’ meglio che tacciano e lascino parlare e rispondere la paziente, che e’ intelligente abbastanza e soprattutto motivata per farsi capire. Certo qualche volta pazienti particolarmente timide o giovanissime e spaventate sono di scarso aiuto e allora non si potra’ rinunciare a raccogliere qualche informazione preziosa da chi l’accompagna, ma attendete che sia il medico a farlo.

Esaurita questa prima parte fondamentale della consulenza, si invita la paziente a fare la pipi’ per svuotare completamente la vescica, che potrebbe ostacolare la visita. Questo e’ un momento utile anche per scaricare la tensione e per un breve intervallo, dopo le tante domande che comunque creano stress. Immagino cosa pensera’ la paziente mentre e’ finalmente di nuovo da sola in bagno, lontano dagli occhi indagatori del medico: fiducia o sfiducia? “Per bacco mi sa che questo medico ha gia’ capito tutto, forse e’ veramente bravo!”. Oppure “Questo qui non ha capito proprio niente io sono venuta per un problema e quello mi ha fatto domande su tutt’altro”. O ancora “prima o poi devo dirglielo che sono venuta solo per risolvere un problema di sesso, che non sono mai riuscita a vivere in pieno perche’ non ho mai raggiunto l’orgasmo” e cosi’ via. Frattanto la pipi’ l’ha fatta, ha preso un po’ di tempo per lavarsi le mani, ma la fatidica visita si avvicina sempre di piu’. Esce dal bagno e fa “devo spogliarmi?”. Io rispondo “Signora purtroppo si’. Io mi allontano e torno quando e’ pronta”. A questo scopo possono essere utili dei piccoli kimono monouso che almeno coprono le parti intime fino al momento della visita, ma ho notato che non tutte lo gradiscono.

Spesso quando torno nella saletta da visita, dopo un bel po’ di tempo, trovo la paziente che ancora non si e’ preparata. Prende ancora tempo, e allora capisco che devo ricorrere a tutta la mia abilita’ per ottenere quel briciolo di fiducia in piu’ che possa tranquillizzare e far rilassare la paziente e devo dire che ci riesco quasi sempre. Si contano sulle dita di una sola mano le pazienti che non sono riuscito a visitare nella mia esperienza.

Guido la paziente nel sistemarsi sul lettino, “non vada troppo indietro, insomma non scappi, ma venga piu’ sul bordo del lettino”. Le faccio sistemare le gambe, una di qua e una di la’, e le dico di star tranquilla. Indosso i guanti e mi siedo sullo sgabellino per effettuare l’ispezione, cioe’ guardo i genitali esterni, tutte le pieghe, l’area ano-genitale, alla ricerca di eventuali arrossamenti, o lesioni, caratteristiche di eventuali perdite, ecc. E’ un momento che non provoca nessun dolore, ma molte saltano non appena sentono un minimo contatto delle dita, utilizzate solo per divaricare le grandi labbra per esporre le aree piu’ nascoste. E’ questo il momento di essere particolarmente delicati per non evocare movimenti e contrazioni di opposizione. Dopo questa fase si esegue l’esame speculare. Cioe’ si utilizza lo speculum, uno strumento oggi monouso, di materiale plastico, costituito di due valve simili a una conchiglia. Io in genere lo lubrifico un po’ con del gel o anche semplice acqua. Viene inserito in vagina delicatamente. Quando la paziente si mostra particolarmente terrorizzata, glielo mostro per rassicurarla che e’ uno strumento piccolo, sterile e abbastanza delicato. Una volta inserito in vagina, viene divaricato proprio come le valve di una conchiglia, allo scopo di mettere in evidenza le pareti della vagina e il collo dell’utero che e’ situato in fondo. E’ l’unico modo perche’ tali strutture siano visibili e quindi ispezionabili. Questo e’ anche il momento in cui si esegue il paptest. Una volta ben visibile il collo dell’utero, detto anche dai vecchi ginecologi “muso di tinca” perche’ gli somiglia, con una spatolina e uno scovolino si striscia dolcemente sulla superficie e nel canale cervicale, per prelevare le cellule dell’esocollo e dell’endocollo, cioe’ le due componenti cellulari da sottoporre all’esame dell’anatomopatologo. Non si impiega piu’ di 30 secondi e quindi vi invito a non temere che il paptest comporti chi sa quale dolore o sacrificio in piu’. “Trenta secondi che possono salvarvi la vita”, dico io.

Dopo l’esame speculare viene effettuata la vera e propria visita ginecologica, cioe’ l’esplorazione bimanuale. Il ginecologo cioe’ cerchera’ di palpare gli organi interni, essenzialmente l’utero e le ovaie, per accertarsi della loro normalita’ o per apprezzare eventuali tumefazioni e irregolarita’. La paziente spesso riferisce dolore in determinati punti, sui quali il ginecologo prestera’ particolare attenzione.

La visita ginecologica puo’ essere integrata da un controllo del seno, a discrezione della paziente e del ginecologo stesso, che potra’ decidere di eseguirlo in prima persona o chiedere la consulenza di un senologo.

La visita in tutto dura non piu’ di 6 o 7 minuti, spesso anche meno, quando non vi sono particolarita’ o problemi di difficile soluzione. Vi chiedo: “era il caso di essere tanto spaventate? Erano tutte vere le paure che avevate? Avete ora maggior fiducia nel vostro ginecologo?

Al termine il ginecologo illustrera’ alla paziente le sue osservazioni e l’orientamento diagnostico. Spesso la visita da sola e’ in grado di fornire una diagnosi, ma talvolta e’ necessario integrarla con esami strumentali, di cui il piu’ comune e’ l’ecografia, meglio se per via transvaginale. Dopo qualche giorno si avra’ il risultato del paptest che potra’ essere del tutto negativo, cioe’ buono (negativo e’ perche’ non ha trovato cio’ che si cercava, mentre positivo e’ quando “SI’ c’e’ qualcosa!”), oppure dubbio, tanto da richiedere ulteriori esami come una colposcopia.


° ° ° ° ° ° ° ° °

Se avete commenti o ulteriori quesiti, saro’ lieto di fornirvi ogni spiegazione.

Torna ai contenuti